La normativa che regola la cessione del quinto: il D.P.R. 180/50

La normativa che regola la cessione del quinto: il D.P.R. 180/50

 

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La cessione del quinto rappresenta una delle forme di finanziamento più sicure e diffuse in Italia, soprattutto tra i lavoratori dipendenti e i pensionati. Questo strumento consente di ottenere un prestito personale con rimborso a rate fisse, che vengono trattenute direttamente dalla busta paga o dalla pensione. Alla base della disciplina di questo meccanismo c’è il D.P.R 180/50, una normativa fondamentale che ha introdotto e regolamentato l’accesso al credito tramite cessione del quinto. Conosciuta anche come “Legge 180 del 1950“, questa norma ha rappresentato una svolta nel panorama del credito al consumo, ponendo le basi per tutele precise e una regolamentazione chiara.

 

Origini e obiettivi della “Legge 180/50”

Il D.P.R 180/50 (detto “Legge 180/50”), approvato il 5 gennaio 1950, ha istituito ufficialmente la possibilità per i dipendenti pubblici e statali di accedere a finanziamenti attraverso la cessione di una quota dello stipendio, pari a un massimo del 20%. Questo limite, detto anche “quinto cedibile“, è il pilastro su cui si fonda il meccanismo di rimborso.

L’obiettivo del decreto era duplice: da una parte fornire ai lavoratori un mezzo sicuro per accedere al credito senza ricorrere a canali informali e spesso svantaggiosi, e dall’altra garantire ai finanziatori una forma di rimborso sicura e regolare, tutelata dal reddito del richiedente.

 

Ambito di applicazione della normativa

Inizialmente riservata ai dipendenti pubblici e statali, la cessione del quinto è stata successivamente estesa anche ai dipendenti di aziende private e ai pensionati, grazie all’evoluzione normativa e a diverse riforme intervenute nel tempo. La legge prevedeva che la trattenuta avvenisse direttamente sulla busta paga da parte del datore di lavoro, che funge da soggetto terzo e garante del pagamento.

 

Cessione del quinto e normativa: i principi cardine

La “Legge 180/50” introduce diversi principi che ancora oggi regolano la cessione del quinto:

  • Limite massimo della rata: la rata mensile non può superare un quinto dello stipendio netto o della pensione netta. Questo vincolo garantisce una sostenibilità del debito e tutela il bilancio familiare del richiedente.
  • Durata del prestito: la legge prevede che la durata massima del finanziamento sia di 120 mesi, ovvero 10 anni. Non sono previsti finanziamenti con cessione del quinto di durata superiore.
  • Assicurazione obbligatoria: è previsto l’obbligo di stipulare una polizza assicurativa a copertura del rischio di premorienza o perdita dell’impiego. Questo requisito tutela l’ente erogatore e garantisce la continuità del rimborso anche in caso di eventi gravi.

 

I soggetti coinvolti

Secondo la normativa, i soggetti coinvolti nella cessione del quinto dello stipendio sono:

  • Il richiedente: lavoratore dipendente o pensionato che cede una parte della propria retribuzione.
  • Il datore di lavoro: che ha l’obbligo di trattenere la rata e versarla all’istituto finanziatore.
  • L’istituto erogante: la banca o la finanziaria che concede il prestito.
  • L’assicurazione: compagnia assicurativa che copre il rischio di insolvenza per eventi gravi (per esempio, premorienza e/o perdita di impiego).

 

Cessione del quinto dello stipendio normativa e successive modifiche

Oltre alla “Legge 180/50”, la cessione del quinto è stata oggetto di ulteriori interventi normativi. In particolare, il D.P.R. n. 180 del 5 gennaio 1950 è stato integrato dal D.P.R. n. 895/1950, che contiene il regolamento attuativo e ne specifica le modalità operative. Successivamente, la normativa è stata aggiornata con la Legge n. 311/2004 (Legge Finanziaria 2005), che ha esteso la possibilità di accedere alla cessione del quinto anche ai dipendenti privati.

Inoltre, la Legge 80/2005 ha regolamentato ulteriormente le condizioni per l’accesso al prestito, consentendo anche ai pensionati -sia del settore pubblico che privato- la possibilità di stipulare un finanziamento con cessione della quota di un quinto della pensione (per periodi non superiori a dieci anni e con un’assicurazione obbligatoria contro il rischio di premorienza).

 

Tutela del richiedente e diritti garantiti

La normativa in materia di cessione del quinto pone grande attenzione alla tutela del soggetto finanziato. Tra le tutele più rilevanti:

  • Il divieto di superamento del quinto cedibile, per evitare un indebitamento eccessivo.
  • La trasparenza contrattuale: l’obbligo per l’ente finanziatore di fornire tutte le informazioni sul TAEG, l’importo totale dovuto, la durata e l’importo delle rate.
  • Il diritto di estinzione anticipata: il richiedente può estinguere il finanziamento in anticipo, ottenendo un rimborso parziale dei costi non maturati.

 

 

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IBL Banca offre soluzioni di cessione del quinto[1] pensate per lavoratori e pensionati, nel pieno rispetto della normativa vigente. Grazie alla lunga esperienza nel settore del credito, IBL Banca garantisce trasparenza, tassi competitivi e assistenza personalizzata in ogni fase della richiesta.
I vantaggi includono:

  • Rata fissa e durata flessibile fino a 10 anni
  • Nessuna necessità di garanzia o garante
  • Polizza assicurativa inclusa
  • Possibilità di rinnovare il prestito secondo i termini di legge

Con la cessione del quinto di IBL Banca, puoi accedere a un finanziamento sicuro, con un rimborso comodo e automatico direttamente dalla busta paga o dalla pensione, in conformità con quanto previsto dalla normativa del 1950 e dalle successive integrazioni.

La “Legge 180/50” ha introdotto un modello regolamentato e tutelato, capace di offrire soluzioni efficaci per lavoratori e pensionati. Conoscere questa normativa significa comprendere i propri diritti e le garanzie previste dalla legge, affidandosi a istituti come IBL Banca per gestire con sicurezza e consapevolezza le proprie esigenze finanziarie. Per saperne di più, contattaci subito e fissa un appuntamento nella sede IBL Banca più vicina.

 

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Foto di advogadoaguilar per Pixabay

 


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