Il TFS, Trattamento di Fine Servizio, è la liquidazione spettante ai dipendenti pubblici e statali al termine del rapporto di lavoro.
Come abbiamo avuto modo di approfondire, le differenze tra TFS e TFR sono riguardanti il target di riferimento e le modalità di pagamento delle somme dovute al dipendente dal datore di lavoro.
Il personale pubblico che ha accesso di diritto al TFS può, grazie al prodotto TFSubito di IBL Banca, fare richiesta per ricevere l’intero importo in un’unica rata al raggiungimento dell’età pensionabile.
Ma cosa succede in caso di morte del dipendente prima del termine del rapporto di lavoro? Chi riscuote il TFS del defunto? Approfondiamo l’argomento dividendolo per punti.
Decesso improvviso del lavoratore: quali sono le retribuzioni maturate e non ancora liquidate
Nel caso in cui il dipendente muoia improvvisamente mentre è ancora in servizio, la famiglia ha diritto a una serie di retribuzioni maturate che non sono, per ovvie ragioni, state ancora liquidate dal datore di lavoro.
Tra queste rientrano:
- ferie e permessi;
- stipendio del mese lavorato fino al momento del decesso;
- indennità sostitutiva di preavviso e TFS (o TFR se si tratta di un dipendente privato).
Queste retribuzioni accumulate dal dipendente devono quindi essere liquidate alle persone aventi diritto che, generalmente, corrispondono al suo nucleo familiare, ai suoi eredi diretti o testamentari.
Tuttavia, l’erogazione delle somme dovute segue una specifica normativa in vigore.
Somme iure successionis e somme iure proprio: di cosa parliamo
Le somme che il datore di lavoro deve liquidare ai familiari o eredi testamentari del dipendente defunto aventi diritto si dividono in due categorie:
- Le somme iure successionis: nelle quali rientrano le competenze dell’ultimo mese lavorato e non ancora pagato, la relativa retribuzione mensile, straordinari, festività, 13° mensilità, ferie e permessi non goduti.
- Le somme iure proprio: nelle quali invece rientrano l’indennità sostitutiva del preavviso e, appunto, il Trattamento di Fine Servizio (o di Fine Rapporto nel caso del TFR).
Come vengono erogate le somme dovute: la normativa in materia
Per le somme appartenenti allo iure successionis, queste vengono corrisposte agli eredi diretti del dipendente senza necessità per l’ente erogante di accertarsi del grado di ereditarietà, che deve comunque essere documentata dagli aventi diritto.
Per l’erogazione delle somme iure proprio, invece, la situazione è più complessa.
La legge, infatti, stabilisce che il TFS e l’indennità di mancato preavviso debbano essere liquidati ai beneficiari che possono essere solo ed esclusivamente:
- coniuge;
- figli;
- conviventi a carico e/o familiari sempre a carico entro il terzo grado di parentela (genitori; fratelli o sorelle a carico; eredi testamentari).
Nel caso in cui siano presenti più di un soggetto designato all’eredità del defunto, le percentuali del capitale spettanti a ciascun erede devono essere suddivise in quote precise, nella maggior parte dei casi stabilite dall’autorità giudiziaria. Il ricorso all’autorità giudiziaria è necessario ad esempio se sono presenti figli minorenni del defunto.
Tempi di erogazione delle somme
Il pagamento delle somme dovute agli eredi del dipendente deceduto avviene generalmente dopo 105 giorni cui si sommano 90 giorni canonici per la gestione della parte burocratica da parte dell’INPS.